Descrizione:
Il termine tardo latino valeriana risale al verbo valere che significa aver forza e allude all’efficacia che ebbe tale pianta in passato per far godere di buona salute gli uomini. Che la pianta provocasse strani fenomeni nel comportamento, specialmente degli animali, fu osservato anche dal Mattioli che ci narrò come essa piaceva singolarmente ai gatti riuscendo ad inebriarli. La storia della Valeriana è legata al nome del celebre scienziato Fabio Colonna che, tormentato dall’epilessia, nei primi del XVII secolo, volle curarsi con la polvere di questa pianta e venne così a scoprirne le proprietà antiepilettiche. La valeriana è una pianta erbacea comune, tipica delle regioni fredde Europee, si trova anche in Asia boreale e occidentale, naturalizzata anche in America del Nord, può raggiungere il metro e mezzo di altezza. Ha un odore fortemente sgradevole.
Contiene:
Composti iridoidi aventi azione ansiolitica e tranquillante perché agiscono sull’umore, essenza, terpeni (acido valerenico, acetossi-valerenico, ecc.), alcaloidi, colina.
Azione farmacodinamica:
Spasmolitica, ansiolitica e sedativa sul SNC per azione specifica sui recettori per le benzodiazepine e sui recettori per il GABA (acido gamma aminobutirrico) e induttrice del sonno.